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Tutti i versanti dell’Etna

Conoscere l’Etna significa approcciarsi ai suoi versanti, macro aree in cui è stato suddiviso il terroir etneo e che aiutano a capire la ricchezza enologica di quest’area.
Chi si avvicina ai “vini del vulcano” non beve solo Nerello Mascalese o Nerello Cappuccio, neppure Carricante o Catarratto. Si approccia a vini che hanno costruito la loro identità all’interno del dinamico e sempre mutevole terroir dell’Etna e perciò sono valorizzati dall’omonima denominazione.
L’Etna Doc è la prima denominazione siciliana, riconosciuta a partire dal 1968. Da allora, il suo territorio è stato oggetto d’interventi e progetti volti alla valorizzazione vitivinicola, che oggi lo pongono fra le aree vitivinicoli emergenti a livello internazionale. Catania, per portare un esempio, nell’800 fu la provincia più vitata dell’isola, quella in cui sorgeva il maggior numero di aziende agricole, i cui palmenti sono ancora oggi testimonianza di un vivacissimo tessuto produttivo rurale ed enologico.
Oggi la denominazione Etna conta su oltre 1.100 ettari disposti fra i 300 e i 1000 metri di altitudine. Un patrimonio enologico in cui esistono infinite sfumature: l’Etna è infatti uno dei territori italiani in cui la biodiversità si manifesta in un mosaico di microclimi e biomi diversissimi, dalla macchia mediterranea ai boschi di latifoglie, fino alle nevi perenni e ai deserti vulcanici.
Conoscere l’Etna significa approcciarsi ai suoi versanti, macro aree in cui è stato suddiviso il terroir etneo e che aiutano a capire la ricchezza enologica di quest’area.
I versanti dell’Etna
Sebbene non costituiscano una zonazione ufficiale, i versanti dell’Etna sono il primo tentativo di capire come i vini di questa zona si esprimono in base alla posizione rispetto al cono del vulcano.
La viticoltura dell’Etna si sviluppa infatti nella forma di una grande C rovesciata, che abbraccia «A Muntagna» da Nord a Sudovest disegnando quattro zone distinte.
Versante Nord | Il Versante Nord è quello a cui appartengono gli storici vigneti di Palmento Costanzo nel comune di Castiglione di Sicilia, il cuore dei quali è la Contrada Santo Spirito. È il più vitato, quello con il maggior numero di cantine. Territorio qualitativamente eccezionale, è vocato soprattutto al Nerello Mascalese (ma anche al Carricante) che si esprime in rossi in buon equilibrio fra struttura, freschezza e longevità.
Versante Est | Il Versante Est si affaccia sul Mar Ionio e gode dell’influsso del mare. Il clima è più piovoso, ma anche ben ventilato. Versante a vocazione “bianca”, in cui il Carricante si esprime ai vertici, potendo contare su un irradiamento solare delicato e suoli meno rocciosi. I bianchi del Versante orientale si esprimono in finezza, mineralità e buona longevità.
Versante Sudest | L’influsso del mare si somma alla presenza di rilievi montuosi derivanti da coni vulcanici spenti. I suoli sono dunque compositi perché la mineralità varia in base ai depositi delle diverse eruzioni. L’esposizione a sud rende quest’ area particolarmente soleggiata, adatta tanto ai bianchi quanto ai rossi. I vini di quest’area sono equilibrati, complessi e minerali, a volte “irruenti” fortemente legati ai suoli dove sono state messe a dimora le vigne.
Versante Sudovest | Il versante Sudovest, infine, è l’areale in cui si trova la Contrada Cavaliere, nel comune di Santa Maria di Licodia, che Palmento Costanzo vinifica nell’omonima etichetta: 100% Carricante. È una zona in fortissima crescita qualitativa, tanto da sfidare il ben più blasonato versante Nord. Particolarità dell’area è l’altitudine dei vigneti, che in alcune zone superano i 1.000, con forti escursioni termiche che favoriscono lo sviluppo aromatica dei vini. Il Sudovest è il versano del sole, con ottimo irraggiamento, clima caldo ma non umido, grande ventilazione. Ne nascono vini carichi di colore e profumi, ben concentrati, con tannini avvolgenti e decisi.